La “Cantera” del Geas. Un settore giovanile con una grande storia e profonde radici (di Enrico Casiraghi)

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22 novembre 2017

Parlando delle giovani del Geas e del suo settore giovanile, ci appaiono davanti agli occhi alcune immagini molto evidenti e nitide. L’ultima, davvero importante, è la formazione dell’Italia che ha disputato le recenti partite di qualificazione agli europei: ad un certo punto in campo c’erano contemporaneamente tre prodotti – e che prodotti – del vivaio Geas: Martina Crippa, Cecilia Zandalasini e Martina Kacerik. Come è già stato fatto giustamente notare, il 25% sulle 12 della formazione. In più, Cinzia Zanotti, altra gemma di questo settore giovanile, era in panchina come assistente del ct Marco Crespi.

Ma scegliamo ancora tre momenti, appena precedenti: la premiazione della nostra Ilaria Panzera per il bronzo Europeo conquistato la scorsa estate con la compagine Under 16, avvenuta proprio in occasione dell’incontro della Nazionale A con la Croazia; quegli ultimi due quarti della gara contro Cagliari, disputati quasi per intero dalle giovani, che hanno ricambiato pienamente la responsabilità loro affidata; quella delle bimbe del minibasket che accompagnano in campo le giocatrici della prima squadra, i loro miti, ad ogni partita e le seguono durante l’incontro con entusiasmo e passione. Tre quadri stupendi che sono l’orgoglio della nostra società. Un settore giovanile fucina di ottime giocatrici, molte delle quali militano ora nella serie maggiore, essendo anche pedine importanti della Nazionale, deve avere per forza una storia che lo riempia d’orgoglio e che lo faccia tenere aggrappato alle sue radici. Un grande vanto per la nostra società, e premio per il lavoro svolto, è il fatto che da diversi anni non manca mai qualcuna delle nostre giovani nelle nazionali di categoria ai campionati o tornei internazionali.

Nel punto più profondo delle radici geassine, troviamo agli inizi degli anni ’60 Angelo Masnari, un grande appassionato di basket, sestese a tutto tondo, lavoratore alla Magneti Marelli che da ex giocatore si prodiga per trovare un gruppo di ragazze che volesse avvicinarsi alla pallacanestro; non fa fatica e in pochi anni il gruppo conquista la massima serie. Gli impegni agonistici si fanno sempre più pressanti e, chiamato Luisito Trevisan alla guida della prima squadra, Angelo si dedica totalmente al settore giovanile insieme ad un altra ottima ex giocatrice, Antonia Raschitelli. La qualità del lavoro di Angelo e Antonia viene premiata con una vendemmia di titoli giovanili dal ’70 al ’74, che sono in mostra nel nostro sito web. Come l’Olimpia dei Boselli, Gallinari, Fabbricatore, ecc., anche il Geas trovò il suo magico gruppo del ’57-’58 con Ostoni, Vegetti, Fogliani, Sanfilippo, Ambra Bocchi, Dora Ciaccia, Cristina Tonelli, cui seguì la sorella Silvia. Un gruppo veramente grande dal punto di vista tecnico e forte di un ottimo legame tra le componenti. Quasi tutte arrivarono a giocare in prima squadra: Dora Ciaccia divenne per molti anni una bandiera nelle grandi vittorie del Geas con il suo grande spirito combattivo, un po’ simile a Premier dell’Olimpia. Cristina Tonelli, tuttora primatista italiana per punti segnati in una singola partita (63) ebbe una carriera lunghissima che la portò a giocare in molte altre compagini della Serie A. Ambra Bocchi era attesa da un futuro luminosissimo, ma purtroppo dovette smettere di giocare molto presto a causa dei problemi causati dalle sue ginocchia fragilissime.

Purtroppo Angelo ci lasciò prematuramente, ma la pista tracciata nel settore giovanile era ben evidente e fu seguita da altri validissimi allenatori; seguirono altri scudetti junior nel 2004, 2012, 2014. Un altro scudetto “fantasma” potrebbe far bella mostra nella bacheca del Geas, ma l’urlo della conquista fu spezzato da un malinteso nella disputa delle finali zonali. Roberto Galli, marito di Cinzia Zanotti, allenatore in quell’occasione, ha promesso di raccontarmi minuziosamente l’accaduto e dedicheremo ad esso una “simpatica” puntata (ormai la rabbia è sbollita e possiamo usare questo termine). Possiamo osservare quanto un settore giovanile debba basarsi sulla collaborazione di un gruppo importante unito da una grande passione da trasmettere a coloro che iniziano con il gioco del minibasket e a quante già si confrontano con la pratica agonistica. Iniziamo dagli istruttori del minibasket: penso che tra tutte le soddisfazioni che possano ricevere come premio del loro impegno, una delle più belle sia la bimba che chiede: “posso portare la mia amica a giocare?”. Saliamo poi verso gli allenatori del settore giovanile: prima che allenatori, li chiamerei maestri: devono impartire tecnica individuale e di squadra, continuare ad infondere ed aumentare la passione nelle loro giocatrici e creare bellissimi gruppi di amiche con le squadre loro affidate.

La nostra prima squadra è un po’ l’essenza di tutto questo: un ottimo gruppo dove chiunque si unisca dall’esterno si trova a proprio agio e in pochissimo tempo si sente parte di esso. La maggior parte delle componenti della prima squadra ha seguito tutta la trafila delle giovanili Geas e qualcuna vi è ancora impegnata. Una continua lezione di entusiasmo e passione viene impartita alle nostre giovani dalla capitana Giulia Arturi, che ha vissuto tutta la sua carriera cestistica nel Geas: penso che ogni parola o commento sia superfluo. Una vita nel Geas, una vita con la pallacanestro: in campo, ai bordi o sulle tribune: è il più bell’augurio che possiamo fare alle nostre ragazze perché le radici del nostro settore giovanile siano sempre più profonde e diano linfa per far crescere la pianta della pallacanestro rossonera.

Enrico Casiraghi

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