PANZERA, 15 ANNI E NON SENTIRLI

Ilaria ha cominciato il campionato con due partite in doppia cifra: eccola già lanciata nel mondo “dei grandi”.

SESTO SAN GIOVANNI, 10 ottobre 2017

Provate a pensare dove eravate e cosa facevate quando eravate giovani, diciamo circa a 15 anni. Tutti andavate ancora a scuola. Alcuni di voi facevano sport, oppure suonavano uno strumento. Molti provavano le prime cotte o inscenavano qualche adolescenziale gesto di rivolta. Praticamente nessuno, però, può dire di essere stato un giocatore o una giocatrice di basket di Serie A2 a 15 anni. E non uno di quelli che viene convocato perché la rosa è decimata dagli infortuni o come premio per il rendimento scolastico. Bensì un giocatore o una giocatrice veri, di quelli che stanno in campo parecchio e sono importanti per gli equilibri della propria squadra. Ebbene, alla stessa età in cui noi ci cimentavamo con i primi rudimenti del latino o iniziavamo a poter tornare a casa dopo la mezzanotte, c’è chi già gioca in serie A2 ed è pure un fattore importante.

Ilaria Panzera, classe 2002 (ripetiamo: duemiladue), nelle prime due partite di questo campionato è stata in campo 25 minuti contro Albino e 20 minuti contro Udine, andando a segno rispettivamente con 12 e 10 punti. Le due doppie cifre con cui ha aperto la stagione però sono solo la punta dell’iceberg di quanto fatto vedere già la passata stagione, quando è entrata stabilmente nelle rotazioni del Geas a soli 14 anni, giocando larghi sprazzi di partite e facendo vedere buonissime cose. Ovviamente a livello giovanile il suo rendimento è molto superiore a quello delle normali coetanee e già in tanti pensano a lei come ad una possibile predestinata. In estate è anche stata inserita nel quintetto ideale dell’Europeo under 16, dove ha conquistato il bronzo con l’Italia pur essendo sotto età di un anno (potevano partecipare le giocatrici fino al 2001). Però la strada è ancora molto lunga e iniziare a guardare già troppo avanti sarebbe l’errore più grande possibile in un caso come questo.

Lo sa bene coach Cinzia Zanotti, che è pienamente consapevole del grande talento che ha a disposizione questa ragazza ma, allo stesso tempo, cerca di farla crescere e migliorare senza bruciare le tappe: «Premetto che ovviamente bisogna sempre considerare la sua giovane età, comunque sono sicura che l’anno di esperienza dell’anno scorso l’abbia già fatta crescere, anche se magari non è stata in campo tantissimo, ma almeno ha comunque iniziato ad assaggiare la A2. Quest’anno deve avere un po’più di personalità, soprattutto non deve pensare di essere arrivata lì per caso, senza però avere mai troppa pressione addosso. Se sbaglia un tiro ci può stare, non è un problema, se invece il tiro non se lo prende allora non mi sta bene. Potevo capire l’anno scorso, ma quest’anno se esce da un blocco ed è libera per tirare, deve tirare. Lei ha una buona tenuta mentale, non si fa spaventare, deve riuscire semplicemente ad essere sempre presente e determinata in quello che fa. Sempre considerando che è una ragazza di 15 anni e non deve sentirsi troppo responsabilizzata. Ilaria ha tanto talento offensivo, capisce bene il gioco, logicamente deve ancora migliorare in tante cose essendo così giovane, e al di là della partita provare a migliorare in qualcosa ad ogni giorno di allenamento. Sono contenta di lavorare con lei, queste giovani sono un investimento per il futuro, spero che anche loro lo capiscano e possano sfruttare questa occasione»

Quello che colpisce di più di Ilaria, oltre al talento cristallino per una ragazza così giovane, è anche la maturità del tutto fuori dal comune per una 15enne. Quando l’anno scorso si è affacciata alla prima squadra, in un campionato di giocatrici adulte, all’interno di una squadra di ragazze più grandi, è sembrato che appartenesse a quel livello da sempre. Anche in tante partite importanti della stagione, come la sfortunata finale a Bologna, ha tenuto il campo senza lasciarsi prendere dal panico, anzi dimostrando di poterci stare e di non pensare alla sua teorica inesperienza. E con le due partite in doppia cifra di questo avvio di stagione ha anche lasciato presagire di essere pronta a fare un ulteriore passo: «Sono rimasta un po’ sorpresa anch’io da queste prime due prestazioni, non mi aspettavo di segnare subito così tanti punti, ma sono molto contenta di aver dato un contributo alla mia squadra. Mi piacerebbe continuare su questa strada. Sinceramente quando vado in campo non penso alla differenza d’età, in ogni categoria cerco di dare il massimo, che stia giocando con le mie compagne delle giovanili o con la serie A. La mia forza è la fiducia che mi trasmettono le compagne e la mia allenatrice in qualunque cosa faccia»

Viene spontaneo però chiedersi come sia arrivare in uno spogliatoio di gente più grande, con alcune giocatrici molto più esperte, e riuscire ad inserirsi subito calandosi in una nuova realtà con il giusto atteggiamento: «Devo dire che sono stata accolta veramente bene, sono delle compagne stupende, sempre pronte ad aiutarmi e a darmi consigli…ma anche a “cazziarmi” quando serve! Fin dall’inizio mi sono trovata bene in campo con loro, anche se la A2 è decisamente diversa dalle giovanili: a questo livello non posso permettermi di deconcentrarmi nemmeno per un secondo e questo mi spinge ancora di più a voler fare bene».

Questo salto così ampio, da un campionato di ragazzine ad un’esperienza completamente diversa contro giocatrici adulte, alcune professioniste da tanti anni in giro per i parquet di tutta Italia, addirittura qualche ragazza straniera venuta qui per giocare, non può non averla portata a cambiare il proprio modo di giocare, obbligandola a crescere più in fretta del previsto: «Penso di esser migliorata da un punto di vista di gioco, come leggere la situazione che si crea in un’azione, per esempio, però ovviamente devo ancora migliorare in tante cose, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento in campo e le responsabilità».

Dopo l’esperienza della scorsa estate negli Europei under 16 di Bourges, con il bronzo strappato alla Lettonia e una campagna chiusa con 11 punti, 5.4 rimbalzi e 2.9 assist di media nonostante fosse un anno sotto età, qualcuno ha addirittura scomodato un paragone impegnativo con un’altra giocatrice uscita dal settore giovanile del Geas con la fama di piccolo prodigio, vale a dire quella Cecilia Zandalasini che in estate ha fatto vedere cose straordinarie all’Europeo delle grandi e che poche giorni fa ha vinto il titolo WNBA con le Minnesota Lynx: «Sono lusingata che la gente possa pensare questo, ma io cerco solo di andare avanti per la mia strada senza pensare al futuro, ma semplicemente lavorando giorno dopo giorno. L’Europeo è stata un’esperienza straordinaria, nemmeno io mi aspettavo un risultato del genere, eravamo una squadra molto unita che ha lavorato costantemente per tutto il raduno e alla fine il lavoro è stato ripagato con una splendida medaglia di bronzo».

A 15 anni però, anche se sei una delle migliori giocatrici d’Europa, devi riuscire ad incastrare la pallacanestro con tutto quello che ruota intorno alla vita di una ragazza di quell’età, a partire dagli studi: «Non è facile, bisogna organizzarsi e ottimizzare bene i tempi. Io ho scelto il liceo scientifico con indirizzo scienze applicate di Gorgonzola, che è vicino a casa. In quel poco tempo che mi rimane tra le lezioni e gli allenamenti faccio prima i compiti e le cose di scuola, poi cerco di vedermi e sentirmi con gli amici».

Insomma le cose normali che fa qualsiasi 15enne, come le facevamo tutti noi alla sua età, con la sola differenza che quello che fa Ilaria al sabato e alla domenica, con una palla in mano contro giocatrici molto più grandi di lei, per noi non era neanche minimamente immaginabile.

Mario Castelli

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